A Complete Unknown
A Complete Unknown
2024
In sala
dal 23/01
Paese
Usa
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
141 min.
Nessun Formato
Regista
James Mangold
Attori
Timothée Chalamet
Edward Norton
Elle Fanning
Monica Barbaro
Joe Tippett
Scoot McNairy
New York, inizio anni Sessanta. Un giovane musicista (Timothée Chalamet) arriva dal Minnesota a New York per andare al capezzale del suo idolo Woody Guthrie (Scott McNairy): da lì inizierà la sua rapida ascesa nella scena folk della Grande Mela e il suo nome diventerà presto celebre nell’ambiente musicale.

Il mito di Bob Dylan e le sue molteplici sfaccettature sintetizzate in un film che racconta i primi anni della sua carriera, tra trionfi, litigi e desideri di rivoluzionare la musica del suo tempo. Seppur l’ultima scena sia una sorte di cornice narrativa in cui il protagonista torna nella stanza di ospedale di Guthrie, il film arriva sostanzialmente fino alla celebre esibizione al Newport Folk Festival del 1965, dove Dylan diede vita a una delle performance più controverse e discusse di quegli anni, a causa della scelta di utilizzare strumenti elettrici in un concerto tipicamente folk. Non a caso il film prende spunto dal romanzo Dylan Goes Electric! di Elijah Wald del 2014, sottolineando fin da subito il desiderio della produzione di voler raccontare questo aspetto molto specifico e capace di rendere indubbiamente interessante un biopic che si presenta come piuttosto convenzionale. Dopo la forza sperimentale del caleidoscopico Io non sono qui (2007) di Todd Haynes, non era facile dare vita a un nuovo lungometraggio su Dylan, ma il regista James Mangold segue la strada del suo precedente Quando l’amore brucia l’anima (2005), incentrato su Johnny Cash, optando per un registro poco coraggioso, ma ugualmente solido e capace di dare vita a un prodotto ampiamente godibile. Le sorprese, infatti, non sono di casa all’interno di A Complete Unknown, anche per una messinscena priva di grandi guizzi, ma la resa è comunque efficace e capace di risultare incisiva per quello che vuole raccontare. La figura di Dylan è rappresentata in maniera profonda e, in modi decisamente da non sottovalutare, è impressionante quanto sia la musica la principale protagonista del film: molto più del celebre menestrello, infatti, sono le canzoni – sue e di altri – a rappresentare i momenti più significativi dell’operazione, tanto che si può (quasi) definire questa pellicola un film-concerto capace di mostrare sullo schermo tutto lo spirito di quegli anni. Sono infatti numerosi gli incroci con altri artisti – dal già citato Johnny Cash a Joan Baez – in un’operazione che mette bene in equilibrio la musica coi fatti politici e sociali dell’epoca, usando come fil rouge la poetica dello stesso Bob Dylan. Il cast, seppur senza entusiasmare, fa il suo dovere e Chalamet regala una buona prova in un ruolo tutt’altro che semplice. Il titolo fa riferimento a un verso della celebre Like a Rolling Stone, proprio il brano che creò scandalo al concerto di Newport, mescolando il folk e il rock con delle chiavi stilistiche sostanzialmente mai sentite in precedenza.
Maximal Interjector
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