Il diciottenne Nathan (Taylor Lautner) non riesce a convivere serenamente con la sua famiglia: continua ad avere incubi, e un senso frequente di inquietudine lo assale. Quando dei misteriosi sicari uccideranno coloro che egli credeva essere i suoi genitori, per Nathan inizierà una corsa contro il tempo per riconquistare la propria identità. La presenza del lupesco muso di Taylor Lautner, fresco della popolarità come licantropo nei film della saga di Twilight, rappresenta l'unica plausibile giustificazione al discreto successo ottenuto al botteghino da una pellicola come Abduction – Riprenditi la tua vita. Il che costituisce probabilmente il maggior controsenso, data l'inettitudine recitativa dell'imberbe protagonista, maggiormente a suo agio nello sfoggiare la muscolatura piuttosto che fornire una buona interpretazione. Come se non bastasse, per alzare i toni, un cast di vecchie volpi hollywoodiane si arrabatta intorno al giovane eroe. La regia di John Singleton svolge male il proprio compitino, non riesce mai a tenere alto il ritmo, mentre l'intreccio si sviluppa in maniera completamente inverosimile. La vicenda è mal orchestrata e, dopo qualche “colpo di scena” nella prima mezzora, s'intuisce senza fatica come il tutto volgerà a conclusione.