Adam
Adam
2019
Paesi
Marocco, Francia, Belgio, Qatar
Genere
Drammatico
Durata
98 min.
Formato
Colore
Regista
Maryam Touzani
Attori
Lubna Azabal
Nisrin Erradi
Douae Belkhaouda
Aziz Hattab
Sima (Nisrin Erradi), donna in procinto di partorire, vaga per Casablanca alla ricerca di un lavoro e di un luogo dove vivere, almeno fino a quando non avrà messo alla luce il figlio. Ad accoglierla sarà Abla (Lubna Azabal), umile panettiera che vive da sola con sua figlia di otto anni, Warda (Douae Belkhaouda).

Presentato nella sezione Un Certain Regard della 72esima edizione del Festival di Cannes, Adam è un’opera prima che ricerca la raffinatezza nei silenzi, i quali però, troppo spesso, si trasformano in vuoti narrativi. Come una Mary Poppins moderna e, a suo modo realistica, Samia entra, in punta di piedi, nella vita di Abla e della figlia Warda, fino a conquistare, con la sua bontà e la sua sincerità, un posto all’interno della famiglia. Tramite la sua semplicità contribuisce a rendere più divertenti le giornate della bambina ma, soprattutto, instaura un rapporto con la madre che rappresenta il vero fulcro del racconto. All’interno di questa casa (ambientazione esclusiva del film), il dialogo messo in scena tra loro fa emergere tutte le difficoltà che le donne sono costrette ad affrontare all’interno della società marocchina. Il tutto risulta ancor più eloquente in virtù della differenza di opinioni riguardo alla gestione del neonato al momento della sua nascita. Nonostante queste siano opposte e contrarie, non riescono a scalfire la reciproca empatia tra di loro, la quale proviene proprio dalla profonda comprensione degli ostacoli che minacciano e influenzano costantemente le loro vite. L’asciuttezza della pellicola, retta dalla capacità della regista di lavorare con immagini spesso mute, più volte scade però nella pigrizia narrativa, la quale si palesa in maniera evidente in alcune scene rese troppo didascaliche e/o banali. Questa superficialità in fase di sceneggiatura mina l’impatto complessivo di un’opera sicuramente interessante ma, forse, più per le potenzialità messe in mostra da Maryam Touzani, che non per il risultato effettivamente raggiunto. 
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