Donna in apparenza felice (Bibi Andersson), sposata con due figli, inizia una relazione extraconiugale con un uomo (Elliot Gould) che le ha fatto conoscere suo marito. Prima del magnifico Sussurri e grida (1973), Ingmar Bergman ha firmato una pellicola decisamente più monocorde e molto meno interessante. Questa volta – caso più unico che raro – il regista svedese si limita a un'indagine sulla psiche femminile piuttosto semplicistica, e costruisce una protagonista che non ha lo spessore delle figure tragiche che hanno attraversato buona parte della sua filmografia: il personaggio di Bibi Andersson sembra avere tutto nella vita, il marito ha un ottimo lavoro e in famiglia tutto pare funzionare alla perfezione, ma la sua “sete” (giusto per citare un precedente lungometraggio di Bergman, Sete, del 1949) di amore e passione non è stata ancora calmata. Macchinoso nel finale, L'adultera ha rari guizzi (tutti nella prima parte) e un cast altalenante: efficace Bibi Andersson, ma Elliot Gould non appare troppo a suo agio.