James Bond (Roger Moore) deve fermare l'ingente traffico di droga organizzato dal boss di colore Kananga (Yaphet Kotto) tra New York e la Giamaica, passando per la Louisiana. Il cammino sarà costellato da belle donne e sinistri riti voodoo.
Primo film della serie girato dopo il definitivo abbandono di Sean Connery, Vivi e lascia morire segna il debutto nei panni di James Bond del londinese Roger Moore (classe 1927), reduce dal successo del telefilm Attenti a quei due e, ancor prima, della serie TV Le avventure di Simon Templar. Attraverso una consistente iniezione di umorismo, i produttori cercarono di segnare una forte cesura con i film del passato, nel tentativo di non far rimpiangere i “tempi d'oro” pur conservando i tradizionali tratti distintivi. Poco si accorda, però, questa sterzata a tratti comica con l'atmosfera cupa del film. Inserita in un clima di blaxploitation, la pellicola cerca di aggiornare la figura di 007, calando il protagonista in una vicenda che potesse facilmente attirare gli spettatori dell'epoca, non a caso incentrata sul traffico di stupefacenti: il risultato è un film che snatura la classe e l'eleganza del suo protagonista, senza presentare sequenze significative. Si salvano la rappresentazione di New Orleans e la sensuale presenza della Solitaire di Jane Seymour. Incisiva la figura del barone Samedì (Geoffrey Holder), inquietante figura dedita a riti notturni di magia nera. Meravigliosa title track di Paul McCartney & Wings.