Alla fine dell'Ottocento, lo zar russo Nicola I (Milivoje Zivanovic) decide di tentare la soluzione diplomatica per sedare le rivolte nella regione del Caucaso, dove si narrano le gesta di un valoroso condottiero di nome Agi Murad (Steve Reeves), il "diavolo bianco". Le trame ordite da alcuni cospiratori ostili al regno di Russia, tra i quali il principe Ahmed Khan (Renato Baldini), complicheranno il processo di pace. Prevedibile ed evanescente film d'avventura dall'insolita ambientazione, diretto da Riccardo Freda e liberamente tratto dal racconto Chadži-Murat di Lev Tolstoj. Apprezzabili scene d'azione si alternano a troppe lungaggini e digressioni che appesantiscono una vicenda già poco interessante. Ovviamente la pellicola non si sofferma sulla veridicità storica, ma si propone unicamente d'intrattenere, complice la presenza, nel ruolo del personaggio che dà il titolo al film, di Steve Reeves celebre e muscoloso protagonista di innumerevoli lungometraggi del genere peplum, tra i quali Le fatiche di Ercole (1958) di Pietro Francisci e Gli ultimi giorni di Pompei (1959) di Mario Bonnard. Apprezzabile, in ogni caso, il tocco cromatico di Mario Bava in veste di direttore della fotografia. Dall'intitolazione e dall'ispirazione affine alla pellicola di Freda è Il diavolo bianco(1947) di Nunzio Malasomma. Scritto da Gino De Santis e Ákos Tolnay; musiche di Roberto Nicolosi.