Tre notti di follia e disperazione per il paramedico Frank Pierce (Nicolas Cage), che opera nelle difficili strade newyorkesi di Hell's Kitchen: l'uomo è tormentato dal ricordo dei pazienti che non è riuscito a salvare, in particolare della giovanissima Rose (Cynthia Roman).
Dal discusso romanzo di Joe Connelly, in cui l'autore si è ispirato direttamente alla sua esperienza in un corpo di Pronto Soccorso, Scorsese ha tratto un film potente e allucinato nel quale è tornato a collaborare in veste di sceneggiatore il sodale Paul Schrader. Sin dalla prima inquadratura è evidente l'omaggio al loro film più popolare, Taxi Driver (1976): tornano le strade marce e infernali della Grande Mela, popolate da un'umanità gretta e miserabile, mentre al taxi di Travis Bickle si sostituisce l'ambulanza di Frank, anch'egli eroe “santo” e cristologico sull'orlo dell'abisso, alla disperata ricerca di redenzione da un mondo dove la morte è all'ordine del giorno. Nonostante ci sia qualche scivolata nel grottesco (ed è lecito sollevare dei dubbi sulla pur intensa interpretazione di Cage), la critica è stata decisamente troppo severa nei confronti di questo film: in fondo, ci troviamo di fronte a un'opera scorsesiana al 100%, in cui l'innegabile impatto visivo, quasi psichedelico, delle sequenze più disturbanti e la frenesia dei movimenti di macchina compensano largamente i difetti. Cast di comprimari in ottima forma, in cui spicca in particolare l'ottima interpretazione di un irriconoscibile Ving Rhames.