Alessandro (Colin Farrell) è destinato a scrivere la Storia: a soli 27 anni ha già conquistato il 90% delle terre sino ad allora conosciute. Morirà giovanissimo, ma vivrà per sempre nella memoria dei popoli con il nome di Alessandro il Grande.
Il regista Oliver Stone ha più volte dichiarato di nutrire una grande passione per i personaggi storici e in particolare per Alessandro Magno. Alexander, dunque, è una sorta di capriccio che l'autore ha sempre accarezzato e finalmente, dopo trent'anni di carriera, è riuscito a realizzare. Purtroppo però, come spesso avviene in questi casi, il regista non riesce a lavorare sulla materia in maniera intelligente e obiettiva, lasciandosi prendere un po' troppo la mano, spinto dalle sue stesse passioni. Il film prova a scavare invano nella psicologia del suo protagonista, tentando di tratteggiarne un profilo efficace, che si incentra in realtà quasi esclusivamente sulla fragile alternanza tra il lato glorioso e quello oscuro dell'imperatore. Molti i difetti della pellicola: a cominciare da una durata lunghissima e ingiustificata, passando poi per le interpretazioni poco convincenti degli attori (fra tutti Angelina Jolie – chiamata a interpretarne l'ambigua madre – e Anthony Hopkins, uno stanco Tolomeo). La precisa ricostruzione storica non è sufficiente a risollevare i toni di un prodotto fiacco e dimenticabile. Critiche unanimemente negative e 4 nomination ai Razzie Award, tra cui quelle per il peggior film e per il peggior regista dell'anno.