Otto episodi, legati da un filo narrativo comune, tratti da altrettante novelle italiane dell'Ottocento, che rendono un efficace quadro dell'Italia dei primi anni '50. Uno dei primi film a episodi che si avvale di titoli precisi all'inizio di ogni capitolo, secondo una tendenza che poi avrebbe preso molto piede negli anni Sessanta, in corrispondenza del boom delle pellicole di matrice popolare divise in segmenti autonomi. Alessandro Blasetti prova a fornire una descrizione a tutto tondo della società italiana del periodo, pur prendendo spunto da racconti legati a un'epoca ben più lontana. Il progetto funziona, seppur privo di grandi guizzi, grazie a una costante ironia di fondo che riesce a divertire senza necessariamente tendere a soluzioni autoriali. E la buona mano del regista nel dirigere gli attori diventa un prezioso valore aggiunto. Celebre l'episodio tratto da una novella di Edoardo Scarfoglio, con Vittorio De Sica nei panni di un avvocato impegnato a difendere la popolana maggiorata Maria Antonia, interpretata da Gina Lollobrigida. Si dice che il regista abbia intrapreso la lavorazione per omaggiare in qualche modo i suoi venticinque anni di carriera (nel 1927 Blasetti fondò la rivista Cinematografo). Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Conosciuto anche con il titolo Altri tempi – Zibaldone n.1. Nel 1954 l'autore dirigerà un seguito intitolato Tempi nostri o Tempi nostri – Zibaldone n. 2.