Andrea (Silvio Muccino) è un ragazzo che ha tutto quello che si può desiderare: soldi, amici e un'affascinante fidanzata, Livia (Isabella Ragonese). Ma il denaro, pur permettendogli di mantenere un alto tenore di vita, non lo rende felice. Tutto cambia quando deve recarsi a Nairobi per raggiungere il padre morente, il quale gli lascerà il fratellino Charlie (Michael Rainey Jr) in tutela. Tratto dall'omonimo romanzo di Carla Vangelista, il film conferma la totale inettitudine di Silvio Muccino dietro la macchina da presa, peraltro già evidente nel lungometraggio d'esordio Parlami d'amore (2008). Il regista vuole mostrare di conoscere i grandi nomi del cinema e inserisce degli smaccati riferimenti che, se nella sua testa vorrebbero essere raffinati omaggi, in realtà sembrano solo dei pretesti per sentirsi dire quanto sia bravo e capace. Non basta, però, l'uso narcisistico del mezzo cinematografico per creare un buon film: bisogna avere una visione personale e, soprattutto, qualcosa da dire. Un collage di luoghi comuni che trova il suo apice (negativo) nella ricattatoria presenza del piccolo bambino di colore.