American Sniper
American Sniper
2014
Paese
Usa
Generi
Biografico, Guerra, Drammatico
Durata
132 min.
Formato
Colore
Regista
Clint Eastwood
Attori
Bradley Cooper
Sienna Miller
E.R. Ruiz
Luke Grimes
Jake McDorman
Max Charles
Chris Kyle (Bradley Cooper) vuole fare il cowboy, ma il destino ha in serbo per lui qualcosa di ben diverso: si arruolerà tra i SEAL e, dopo l'11 settembre, finirà in Iraq dove diventerà uno dei cecchini migliori della storia dell'esercito americano. Le quattro missioni in Medio Oriente lo costringono lontano dalla sua famiglia e in particolare dalla moglie Taya (Sienna Miller).
Nello stesso anno in cui ha raccontato la carriera del gruppo musicale The Four Seasons in Jersey Boys, Clint Eastwood dà vita a un altro biopic, che si concentra sulla vera storia del cecchino che venne chiamato “la leggenda” per la sua straordinaria mira. Kyle è in fondo l'ennesimo (anti)eroe della filmografia del grande regista americano, che dirige con la consueta efficacia un dramma bellico ben fotografato dal bravo Tom Stern. Se la confezione è curata, American Sniper segue però traiettorie già ampiamente battute dal cinema a stelle e strisce, con un protagonista che non riesce più a scindere tra carriera militare e vita privata: Chris compie quattro missioni sul campo di battaglia, ma ogni volta che rientra in patria è soltanto il suo corpo a tornare e non la sua mente, rimasta in mezzo agli spari. Difficile che in questo modo nasca una (nuova) riflessione sulla guerra in Iraq e sugli Stati Uniti del post-11 settembre che non sappia di già visto. Allo stesso tempo privo di grandi pecche (pessima, però, la sequenza in ralenti in cui il protagonista riesce a uccidere il cecchino rivale) e di grandi guizzi (menzione positiva invece per la scena durante la tempesta di sabbia), il film rimane vittima di un estremo eccesso di retorica, che getta anche più di un'ombra sul messaggio ideologico che la pellicola vuole portare avanti. Esagerati, in questo senso, anche i titoli di coda, contrassegnati da un continuo sventolio delle bandiere a stelle e strisce.
Nello stesso anno in cui ha raccontato la carriera del gruppo musicale The Four Seasons in Jersey Boys, Clint Eastwood dà vita a un altro biopic, che si concentra sulla vera storia del cecchino che venne chiamato “la leggenda” per la sua straordinaria mira. Kyle è in fondo l'ennesimo (anti)eroe della filmografia del grande regista americano, che dirige con la consueta efficacia un dramma bellico ben fotografato dal bravo Tom Stern. Se la confezione è curata, American Sniper segue però traiettorie già ampiamente battute dal cinema a stelle e strisce, con un protagonista che non riesce più a scindere tra carriera militare e vita privata: Chris compie quattro missioni sul campo di battaglia, ma ogni volta che rientra in patria è soltanto il suo corpo a tornare e non la sua mente, rimasta in mezzo agli spari. Difficile che in questo modo nasca una (nuova) riflessione sulla guerra in Iraq e sugli Stati Uniti del post-11 settembre che non sappia di già visto. Allo stesso tempo privo di grandi pecche (pessima, però, la sequenza in ralenti in cui il protagonista riesce a uccidere il cecchino rivale) e di grandi guizzi (menzione positiva invece per la scena durante la tempesta di sabbia), il film rimane vittima di un estremo eccesso di retorica, che getta anche più di un'ombra sul messaggio ideologico che la pellicola vuole portare avanti. Esagerati, in questo senso, anche i titoli di coda, contrassegnati da un continuo sventolio delle bandiere a stelle e strisce.
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