Americani
Glengarry Glen Ross
1992
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Poliziesco, Giallo
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
James Foley
Attori
Al Pacino
Jack Lemmon
Alec Baldwin
Alan Arkin
Ed Harris
Kevin Spacey
Jonathan Pryce
Bruce Altman
Jude Ciccolella
Paul Butler
Lori Tan Chinn
Un'agenzia immobiliare si trova in una difficile situazione economica e decide di ridurre il personale. Shelley Levene (Jack Lemmon), Ricky Roma (Al Pacino), Dave Moss (Ed Harris) e George Aaronow (Alan Arkin) sono i quattro dipendenti costretti a iniziare una gara di vendite per mantenere il posto. Nel giro di una settimana i due che avranno concluso meno affari saranno licenziati.
Tratto dalla pièce teatrale Glengarry Glen Ross di David Mamet, che ha curato anche la sceneggiatura, il film di James Foley ritrae un microcosmo metropolitano su cui infuria la dura legge dell’homo homini lupus. Non c’è spazio per l’umanità, il capitalismo ha trasformato anche l’uomo onesto in un avido venditore senza scrupoli che cova astio per il suo collega più capace nelle vendite. I quattro agenti immobiliari sono disposti a tutto pur di rimanere a galla, la disperazione li conduce all’autoumiliazione o all’inganno, ma rimanere aggrappati al posto di lavoro è troppo importante. I tanti dialoghi dominano la scena, senza che questi conducano a una risoluzione: manca la voglia di comprendere e di ascoltare l’altro, i botta e risposta tra i protagonisti contengono soltanto insulti e cattiverie, probabilmente non sono questi i luoghi in cui possano emergere sentimenti di pietà o compassione. La regia è semplice, controllata e ricca di primi piani; Foley si affida agli ottimi attori a sua disposizione e non ne rimane tradito. Toccante la prova di Jack Lemmon, giustamente premiato come miglior attore a Venezia, in una delle sue ultime grandi interpretazioni.
Tratto dalla pièce teatrale Glengarry Glen Ross di David Mamet, che ha curato anche la sceneggiatura, il film di James Foley ritrae un microcosmo metropolitano su cui infuria la dura legge dell’homo homini lupus. Non c’è spazio per l’umanità, il capitalismo ha trasformato anche l’uomo onesto in un avido venditore senza scrupoli che cova astio per il suo collega più capace nelle vendite. I quattro agenti immobiliari sono disposti a tutto pur di rimanere a galla, la disperazione li conduce all’autoumiliazione o all’inganno, ma rimanere aggrappati al posto di lavoro è troppo importante. I tanti dialoghi dominano la scena, senza che questi conducano a una risoluzione: manca la voglia di comprendere e di ascoltare l’altro, i botta e risposta tra i protagonisti contengono soltanto insulti e cattiverie, probabilmente non sono questi i luoghi in cui possano emergere sentimenti di pietà o compassione. La regia è semplice, controllata e ricca di primi piani; Foley si affida agli ottimi attori a sua disposizione e non ne rimane tradito. Toccante la prova di Jack Lemmon, giustamente premiato come miglior attore a Venezia, in una delle sue ultime grandi interpretazioni.
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