Un americano a Parigi
An American in Paris
1951
Paese
Usa
Generi
Musical, Sentimentale
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Vincente Minnelli
Attori
Gene Kelly
Leslie Caron
Oscar Levant
Georges Guétary
Nina Foch
Parigi, fine anni Quaranta. Gli americani Jerry (Gene Kelly) e Adam (Oscar Levant) sono rispettivamente un pittore e un pianista, fedeli amici del cantante Henri (Georges Guétary). Jerry si innamora della dolce Lise (Leslie Caron), salvo poi scoprire che è fidanzata con lo stesso Henri. Quest'ultimo, resosi conto dell'amore che corre tra i due, si metterà da parte.
Opera di dolcissimo romanticismo e ispirazione visiva firmata da uno smagliante Vincente Minnelli, qui all'apice del proprio virtuosismo registico. Una scintillante giostra che il regista manipola a suo legittimo piacimento, un porta-gioie con meravigliose sequenze oniriche e un numero musicale conclusivo di quasi venti imponenti minuti girato con grazia e indicibile raffinatezza. Senza trascurare, inoltre, tutto il talento che gli sta attorno, a partire dai primordi: il film si ispira all'omonimo poema sinfonico (1928) di George Gershwin, le cui musiche (con parole del fratello Ira e aggiunte non accreditate di Saul Chaplin) reggono il vigoroso impianto stereofonico della meravigliosa operazione. Un luminoso modello di carezzevole sentimentalismo e irrefrenabile gioia di vivere. Straordinaria l'ambientazione parigina magistralmente ricostruita negli studi MGM. Gene Kelly è un protagonista di enorme bravura, ma tutto il resto del cast risponde ai suoi stimoli danzerini con fragrante eco, con l'esordiente Leslie Caron (futura Gigi nell'omonimo film del '58 diretto sempre da Minnelli) in testa. Vincitore di 6 premi Oscar: film, sceneggiatura (Alan Jay Lerner), fotografia (Alfred Gilks e John Alton), costumi (Irene Sharaff), scene (Cedric Gibbons, E. Preston Ames, Edwin B. Willis e F. Keogh Wilson) e musiche (Saul Chaplin e Johnny Green). Presentato al Festival di Cannes.
Opera di dolcissimo romanticismo e ispirazione visiva firmata da uno smagliante Vincente Minnelli, qui all'apice del proprio virtuosismo registico. Una scintillante giostra che il regista manipola a suo legittimo piacimento, un porta-gioie con meravigliose sequenze oniriche e un numero musicale conclusivo di quasi venti imponenti minuti girato con grazia e indicibile raffinatezza. Senza trascurare, inoltre, tutto il talento che gli sta attorno, a partire dai primordi: il film si ispira all'omonimo poema sinfonico (1928) di George Gershwin, le cui musiche (con parole del fratello Ira e aggiunte non accreditate di Saul Chaplin) reggono il vigoroso impianto stereofonico della meravigliosa operazione. Un luminoso modello di carezzevole sentimentalismo e irrefrenabile gioia di vivere. Straordinaria l'ambientazione parigina magistralmente ricostruita negli studi MGM. Gene Kelly è un protagonista di enorme bravura, ma tutto il resto del cast risponde ai suoi stimoli danzerini con fragrante eco, con l'esordiente Leslie Caron (futura Gigi nell'omonimo film del '58 diretto sempre da Minnelli) in testa. Vincitore di 6 premi Oscar: film, sceneggiatura (Alan Jay Lerner), fotografia (Alfred Gilks e John Alton), costumi (Irene Sharaff), scene (Cedric Gibbons, E. Preston Ames, Edwin B. Willis e F. Keogh Wilson) e musiche (Saul Chaplin e Johnny Green). Presentato al Festival di Cannes.
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