Amici miei
1975
Paese
Italia
Generi
Commedia, Comico
Durata
140 min.
Formato
Colore
Regista
Mario Monicelli
Attori
Ugo Tognazzi
Gastone Moschin
Philippe Noiret
Duilio Del Prete
Adolfo Celi
Milena Vukotic
Silvia Dionisio
Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), il Conte Mascetti (Ugo Tognazzi), Rambaldo Melandri (Gastone Moschin) e Guido Necchi (Duilio Del Prete) sono quattro cinquantenni toscani, amici di vecchia data, che si ritrovano e passano il tempo architettando complessi e divertenti scherzi. Si aggiunge al quartetto il Dottor Sassaroli (Adolfo Celi).
Uno degli ultimi rantoli della commedia all'italiana, Amici miei è un corale, goliardico e cameratesco manifesto sull'amicizia, sentimento che nasce sin dai titoli di testa in cui il regista Monicelli cita e omaggia l'amico Pietro Germi, prematuramente scomparso e a cui apparteneva inizialmente il progetto che doveva essere ambientato a Bologna. Talmente riuscito da essere stato capace di generare termini entrati nel linguaggio comune, come le zingarate o la “supercazzola”. I personaggi sono caratterizzati al meglio e convivono magistralmente, dimostrando ancora una volta il lato migliore di Monicelli: sono bambinoni mai cresciuti, dediti alla burla compulsiva, uniti da un legame sincero e profondo, capace perfino di oscurare le relazioni con il gentil sesso. Ma, come nella miglior tradizione della commedia all'italiana, farsa e tragedia si combinano e, dietro la facciata spensierata e allegra, si nasconde un'umanità spaventata e fragile, sconvolta dagli anni di piombo e avvilita dai propri fallimenti personali. Da applausi la prova dell'intero cast, con una menzione speciale per Tognazzi, Moschin e Celi. Innumerevoli le sequenze cult, dagli schiaffi alla stazione alla “supercazzola” durante l'estrema unzione, sberleffo finale alla morte, vero e unico spauracchio dei vitelloni toscani. Intriso di malinconia crepuscolare da crisi di mezza età che serpeggia tra una gag e l'altra, è tra le più celebri opere di Monicelli. Il film ha vinto due David di Donatello, tre Nastri d'argento e ha due seguiti: Amici miei – Atto II (1982) e Amici miei – Atto III (1985). Il tentativo di sfruttare il brand ha prodotto la scellerata operazione Amici miei – Come tutto ebbe inizio (2011), un prequel apocrifo ambientato nella Firenze rinascimentale.
Uno degli ultimi rantoli della commedia all'italiana, Amici miei è un corale, goliardico e cameratesco manifesto sull'amicizia, sentimento che nasce sin dai titoli di testa in cui il regista Monicelli cita e omaggia l'amico Pietro Germi, prematuramente scomparso e a cui apparteneva inizialmente il progetto che doveva essere ambientato a Bologna. Talmente riuscito da essere stato capace di generare termini entrati nel linguaggio comune, come le zingarate o la “supercazzola”. I personaggi sono caratterizzati al meglio e convivono magistralmente, dimostrando ancora una volta il lato migliore di Monicelli: sono bambinoni mai cresciuti, dediti alla burla compulsiva, uniti da un legame sincero e profondo, capace perfino di oscurare le relazioni con il gentil sesso. Ma, come nella miglior tradizione della commedia all'italiana, farsa e tragedia si combinano e, dietro la facciata spensierata e allegra, si nasconde un'umanità spaventata e fragile, sconvolta dagli anni di piombo e avvilita dai propri fallimenti personali. Da applausi la prova dell'intero cast, con una menzione speciale per Tognazzi, Moschin e Celi. Innumerevoli le sequenze cult, dagli schiaffi alla stazione alla “supercazzola” durante l'estrema unzione, sberleffo finale alla morte, vero e unico spauracchio dei vitelloni toscani. Intriso di malinconia crepuscolare da crisi di mezza età che serpeggia tra una gag e l'altra, è tra le più celebri opere di Monicelli. Il film ha vinto due David di Donatello, tre Nastri d'argento e ha due seguiti: Amici miei – Atto II (1982) e Amici miei – Atto III (1985). Il tentativo di sfruttare il brand ha prodotto la scellerata operazione Amici miei – Come tutto ebbe inizio (2011), un prequel apocrifo ambientato nella Firenze rinascimentale.
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