Amleto
Hamlet
1948
Amazon Prime Video
Paese
Gran Bretagna
Genere
Drammatico
Durata
155 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Laurence Olivier
Attori
Laurence Olivier
Jean Simmons
Basil Sydney
Eileen Herlie
Norman Wooland
Felix Aylmer
Terence Morgan
Stanley Holloway
Peter Cushing
Il principe Amleto (Laurence Olivier) vorrebbe vendicare la morte del padre avvenuta per mano dello zio Claudio (Basil Sydney), il quale, dopo aver commesso l'assassinio, ha usurpato il trono e la mano della regina Gertrude (Eileen Herlie). I rovelli della sua coscienza e l'esitazione ad agire lo portano però a comportarsi da pazzo, fino a diventare, involontariamente, causa della morte del vecchio Polonio (Felix Aymler) e di sua figlia Ofelia (Jean Simmons), che avrebbe dovuto sposare. Riuscirà infine a farsi giustizia in duello ma pagherà con la propria vita.
L'adattamento per lo schermo che Olivier confeziona della più lunga (e forse più famosa) tragedia di Shakespeare è una specie di standard per classicità e qualità delle interpretazioni. Colpisce soprattutto la maturità cinematografica con cui il regista affronta il testo, ad esempio rendendo parte dei monologhi con la voce fuori campo, così da rimarcare la distanza dal palcoscenico nel momento stesso in cui la centralità della parola viene riaffermata proprio slegandola dall'azione. Le scenografie e i costumi rivelano la complessa architettura di una pellicola “pensata” e realizzata in bianco e nero come chiave espressiva (diversamente dagli altri due drammi del Bardo adattati da Olivier, Enrico V e Riccardo III). Le atmosfere decadenti e morbose, peraltro ottenute girando davvero ad Elsinore, contribuiscono a una tensione strisciante e continua nella quale le (poche) esplosioni di rabbia e violenza sembrano davvero il disperato tentativo di dare una forma ai tormenti dell'anima. Alla stessa stregua, sono tutte funzionali le invenzioni di regia: controluce, inquadrature fuori fuoco, mascherine e sovraimpressioni. Memorabile, per asciuttezza e virtuosismo, la scena finale nella quale, con raccordi invisibili, la morte del principe che solo nel decesso siede sul trono si lega al corteo funebre che ne trasporta il corpo sulla torre del castello. Quattro Oscar (film, attore protagonista, scenografia e costumi). Leone d'oro, Premio internazionale per la migliore fotografia (Desmond Dickinson) e Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile (Jean Simmons) alla Mostra del Cinema di Venezia.
L'adattamento per lo schermo che Olivier confeziona della più lunga (e forse più famosa) tragedia di Shakespeare è una specie di standard per classicità e qualità delle interpretazioni. Colpisce soprattutto la maturità cinematografica con cui il regista affronta il testo, ad esempio rendendo parte dei monologhi con la voce fuori campo, così da rimarcare la distanza dal palcoscenico nel momento stesso in cui la centralità della parola viene riaffermata proprio slegandola dall'azione. Le scenografie e i costumi rivelano la complessa architettura di una pellicola “pensata” e realizzata in bianco e nero come chiave espressiva (diversamente dagli altri due drammi del Bardo adattati da Olivier, Enrico V e Riccardo III). Le atmosfere decadenti e morbose, peraltro ottenute girando davvero ad Elsinore, contribuiscono a una tensione strisciante e continua nella quale le (poche) esplosioni di rabbia e violenza sembrano davvero il disperato tentativo di dare una forma ai tormenti dell'anima. Alla stessa stregua, sono tutte funzionali le invenzioni di regia: controluce, inquadrature fuori fuoco, mascherine e sovraimpressioni. Memorabile, per asciuttezza e virtuosismo, la scena finale nella quale, con raccordi invisibili, la morte del principe che solo nel decesso siede sul trono si lega al corteo funebre che ne trasporta il corpo sulla torre del castello. Quattro Oscar (film, attore protagonista, scenografia e costumi). Leone d'oro, Premio internazionale per la migliore fotografia (Desmond Dickinson) e Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile (Jean Simmons) alla Mostra del Cinema di Venezia.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare