La vita di Joe (Daniel Craig), così come il rapporto con la sua fidanzata Claire (Samantha Morton), è sconvolta da un fatale incidente di cui è stato testimone. Già ampiamente turbato, Joe viene avvicinato da un uomo misterioso (Rhys Ifans), presente durante la tragedia, che inizierà a perseguitarlo. Nel 1997, lo scrittore inglese Ian McEwan pubblica L'amore fatale, considerato uno dei suoi più grandi romanzi insieme a Espiazione (2001). Roger Michell decide di portare sullo schermo le atmosfere cupe e tormentate dell'autore britannico, ma non ottiene un risultato convincente. Il film è girato benino – le scene iniziali con la mongolfiera, per esempio, sono di grande impatto visivo – ma soffre di una evidente mancanza di personalità. La riflessione cinica e pragmatica di come l'eccesso di amore, spesso considerato il sentimento più alto che l'uomo possa provare, arrivi a rovinare la vita di un uomo si perde per dar spazio a usurate atmosfere thriller, prevedibili e poco accattivanti. Craig, non ancora identificato con il personaggio di James Bond, è freddo e granitico; Ifans fa leggermente meglio.