Ancora auguri per la tua morte
Happy Death Day 2U
2019
Paese
Usa
Generi
Horror, Thriller
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Christopher Landon
Attori
Jessica Rothe
Ruby Modine
Israel Broussard
Suraj Sharma
Rachel Matthews
Charles Aitken
Sarah Yarkin
Steve Zissis
Wendy Miklovic
Caleb Spillyards
Laura Clifton
Due anni dopo gli eventi del primo film, Tree Gelbman (Jessica Rothe) rientra inaspettatamente nel mortale loop temporale. Determinata a uscirne di nuovo, scopre che anche i suoi amici sono coinvolti: Tree deve così affrontare il nuovo killer per scoprirne l'identità e liberare definitivamente se stessa e le persone a lei care.
Sequel di Auguri per la tua morte (2017), Ancora auguri per la tua morte conferma le modalità narrative del B-Movie che lo precede, horror a basso budget molto in linea con il sistema produttivo della Blumhouse e dall’ottimo riscontro al botteghino (in linea con tanti successi del re Mida, tra le case produttrici, dello spavento del cinema contemporaneo). Il taglio da slasher comedy pirotecnica e adolescenziale viene ribadito anche nel secondo film, che però perde per strada una notevole dose di freschezza ed esaspera fino allo svilimento l’intuizione del predecessore. La variazione sul tema rimane quella di Ricomincio da capo (1993) con corredo di spaventi a profusione, ma a lungo andare si fa davvero fatica a lasciarsi travolgere e a rimanere piacevolmente sorpresi e inquietati. Il giochino di base, fatto di continui azzeramenti e ripartenze della stessa situazione, mostra infatti palesemente la corda e i loop temporali si susseguono in maniera forsennata e alquanto scriteriata, scantonando malamente nell’esplorazione di universi paralleli e dimensioni ultraterrene. Come in un ibrido indigesto tra Inception (2010), con i sogni di morte della protagonista incastrati a mo’ di scatole cinesi, e Ritorno al futuro (1985), con in più la componente del trip comico di bassa lega e a misura di teen movie alimentare.
Sequel di Auguri per la tua morte (2017), Ancora auguri per la tua morte conferma le modalità narrative del B-Movie che lo precede, horror a basso budget molto in linea con il sistema produttivo della Blumhouse e dall’ottimo riscontro al botteghino (in linea con tanti successi del re Mida, tra le case produttrici, dello spavento del cinema contemporaneo). Il taglio da slasher comedy pirotecnica e adolescenziale viene ribadito anche nel secondo film, che però perde per strada una notevole dose di freschezza ed esaspera fino allo svilimento l’intuizione del predecessore. La variazione sul tema rimane quella di Ricomincio da capo (1993) con corredo di spaventi a profusione, ma a lungo andare si fa davvero fatica a lasciarsi travolgere e a rimanere piacevolmente sorpresi e inquietati. Il giochino di base, fatto di continui azzeramenti e ripartenze della stessa situazione, mostra infatti palesemente la corda e i loop temporali si susseguono in maniera forsennata e alquanto scriteriata, scantonando malamente nell’esplorazione di universi paralleli e dimensioni ultraterrene. Come in un ibrido indigesto tra Inception (2010), con i sogni di morte della protagonista incastrati a mo’ di scatole cinesi, e Ritorno al futuro (1985), con in più la componente del trip comico di bassa lega e a misura di teen movie alimentare.
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