Rimasto senza soldi, Eric Stanton (Dana Andrews) finisce in una cittadina sperduta vicino a San Francisco. Qui conosce Stella (Linda Darnell), barista di cui s'innamora: per ottenere il denaro necessario per poterla sposare, Eric porta all'altare un'orfana benestante (Alice Faye) per puro interesse. Stella però rimane uccisa e lui è nella lista dei sospettati. Dopo il magnifico Vertigine (1944), Otto Preminger torna al noir più puro con un film più “piccolo”, ma altrettanto solido e ben calibrato, in cui al centro c'è nuovamente un triangolo amoroso. L'angelo (Alice Faye) e il diavolo (Linda Darnell), la bionda e la bruna, la donna candida e la dark lady: il protagonista è diviso tra due donne opposte, che rappresentano la sicurezza economica (da sfruttare) e la passione sfrenata (da avere). Mosso, almeno inizialmente, da un'immoralità evidente, l'uomo finirà vittima degli eventi (fin dalle prime battute), dimostrandosi incapace di guidare il proprio destino. Per Preminger non conta (tanto) se le svolte narrative siano più o meno credibili: quello che qui gli interessa è analizzare gli esseri umani, i loro rapporti e la loro disperazione. L'atmosfera cupa, contrassegnata da una forte dose di cinismo, è ben fotografata dal bianco e nero di Joseph La Shelle, e accompagnata dalle musiche di David Raskin. Le caratteristiche del (buon) prodotto di genere ci sono tutte, e persino il cast funziona a dovere. Ispirato a un romanzo di Marty Holland.