Documentario di Pier Paolo Pasolini dedicato al suo progetto, poi abbandonato, di girare un adattamento cinematografico dell'Orestiade di Eschilo in Nigeria.

L'Orestiade africana avrebbe dovuto essere la terza tragedia greca (dopo Edipo re del 1967 e Medea del 1969) portata da Pier Paolo Pasolini sul grande schermo per parlare, in chiave simbolica, della condizione dell'uomo nel secondo ‘900. Come già fece con i Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo (1965), il regista friulano si reca sul posto (Nigeria, in questo caso) e dà vita a un documentario preventivo sul film che si accinge a girare, inondando lo spettatore di riflessioni (sull'Africa post-coloniale, sull'Orestiade originale), di dubbi, di intuizioni e interviste alla popolazione. Caratterizzato da un contrappunto sonoro quasi avantgarde, con il jazz sperimentale che fa da accompagnamento alle scene dei casting in Africa, l'operazione è un'interessante testimonianza del furore creativo del regista e, soprattutto, un' importante fonte per comprendere l'utilizzo del simbolo e della metafora nella poetica pasoliniana.