Armageddon Time
Armageddon Time
2022
Paesi
Usa, Brasile
Genere
Drammatico
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
James Gray
Attori
Anne Hathaway
Jeremy Strong
Anthony Hopkins
Michael Banks Repeta
Jaylin Webb
Jessica Chastain
New York, 1980. Ambizioni, illusioni e frustrazioni di Paul (Michael Banks Repeta), adolescente di buona famiglia che è costretto a confrontarsi con le difficoltà e le contraddizioni che la vita gli sottopone. L'amicizia con Johnny (Jaylin Webb), coetaneo afroamericano, è messa a dura prova dall'ottusità dei pregiudizi razziali, e il suo rapporto con la famiglia è spesso conflittuale. Gli rimangono il conforto dei suoi sogni e l'affettuosa vicinanza del nonno Aaron (Anthony Hopkins).

Dopo l'avventura nello spazio intrapresa con Ad Astra (2019), James Gray, cresciuto nel Queens ma di famiglia ebrea ucraina, ha sentito il desiderio di portare sullo schermo una porzione della propria esperienza personale, tornando nella sua New York. Il film, venato di quella malinconia tipica di un racconto autobiografico che riguarda gli anni dell'adolescenza, è una sentita riflessione sul tramonto di un certo tipo di America, inevitabilmente segnata da una transizione, quella tra gli anni '70 e '80, che abbraccia profondi cambiamente culturali, sociali e politici. Ed è l'aspetto politico a essere molto presente nel film, spesso in maniera fin troppo elementare. Nonostante la tendenza alla spensieratezza della prima parte, quando viene restituito con efficacia anche il caos di una New York multietnica dalle molteplici anime,  ben presto emerge un affresco schematicamente crepuscolare, che vola alto quando la regia di Gray si libera in tutta la sua fluidità e in tutta la sua elegante ricercatezza, ma trova momenti di stallo nella scrittura quando si rimarca senza troppe idee il concetto di ciclicità del male nella cultura a stelle e strisce. L'odio razziale, il pregiudizio, l'annullamento dell'individuo in nome di un ipocrita disegno di integrazione collettiva, sono spinti verso un discorso politico perlopiù pleonastico, ribadito attraverso immagini TV o da risaputi discorsi che mettono in relazione il tracollo generato dall'epoca reaganiana con quello portato dalla presidenza Trump. Quando la macchina da presa si muove ad altezza di bambino, le emozioni non mancano, soprattutto nelle sequenze in cui la tenera saggezza del nonno trova terreno fertile nelle speranze del piccolo protagonista. Una fine del mondo vista attraverso i sentimenti, dove l'unico spiraglio di un futuro migliore negli Stati Uniti, un tempo terra dei sogni, risiede nel desiderio di evasione, nel tentativo di rifugiarsi in quello Spazio che torna più volte nel film come unico, utopistico luogo dove liberare l'immaginazione. Insignificante cameo di Jessica Chastain nei panni di Maryanne Trump, sorella del futuro presidente. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Maximal Interjector
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