Arriva un cavaliere libero e selvaggio
Comes a Horseman
1978
Paese
Usa
Generi
Western, Drammatico
Durata
118 min.
Formato
Colore
Regista
Alan J. Pakula
Attori
Jane Fonda
James Caan
Jason Robards
George Grizzard
Jim Davis
Richard Farnsworth
James Keach
Mark Harmon
Macon McCalman
Basil Hoffman
James Kline
Dopo la Seconda guerra mondiale, l'ereditiera Ella (Jane Fonda) deve difendere la propria terra dalle mire del signorotto e tiranno locale (Jason Robards), che l'ha violentata da ragazza. Ad aiutarla giunge il suo vecchio amico Frank (James Caan), reduce di guerra.
Western diretto da Alan J. Pakula e scritto da Dennis Lynton Clark, che mette in campo gli elementi topici del genere, a partire dal manicheismo del confronto tra gli astanti, definito in particolare dalla figura oscura del villain (Robards): un cliché declinato senza troppa originalità, anche se la bravura degli interpreti è evidente. E se a difendere la terra c'è una donna, da sempre marginalizzata nelle storie di frontiera, essa si rivela mascolinizzata, appoggiandosi comunque a una figura maschile per difendere ciò che è suo. Sono i personaggi e i dialoghi a dominare il film, più del contesto ambientale (nonostante la regia di Pakula abbondi di piani lunghi), ma il ritmo non sempre si rivela all'altezza e i numerosi tempi morti sono decisamente logoranti. A tratti toccante, ma troppo didascalico per risultare davvero coinvolgente. Richard Farnsworth (Dodger) ricevette una candidatura all'Oscar come miglior attore non protagonista: è lui il fulcro della sequenza più toccante e significativa del film, un funebre saluto solitario in sella a un cavallo. La scena utilizza il girato di un episodio che provocò la morte dello stuntman Jim Sheppard. Notevole fotografia crepuscolare di Gordon Willis.
Western diretto da Alan J. Pakula e scritto da Dennis Lynton Clark, che mette in campo gli elementi topici del genere, a partire dal manicheismo del confronto tra gli astanti, definito in particolare dalla figura oscura del villain (Robards): un cliché declinato senza troppa originalità, anche se la bravura degli interpreti è evidente. E se a difendere la terra c'è una donna, da sempre marginalizzata nelle storie di frontiera, essa si rivela mascolinizzata, appoggiandosi comunque a una figura maschile per difendere ciò che è suo. Sono i personaggi e i dialoghi a dominare il film, più del contesto ambientale (nonostante la regia di Pakula abbondi di piani lunghi), ma il ritmo non sempre si rivela all'altezza e i numerosi tempi morti sono decisamente logoranti. A tratti toccante, ma troppo didascalico per risultare davvero coinvolgente. Richard Farnsworth (Dodger) ricevette una candidatura all'Oscar come miglior attore non protagonista: è lui il fulcro della sequenza più toccante e significativa del film, un funebre saluto solitario in sella a un cavallo. La scena utilizza il girato di un episodio che provocò la morte dello stuntman Jim Sheppard. Notevole fotografia crepuscolare di Gordon Willis.
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