Italo (Claudio Bisio) vive a Milano con la mamma (Isa Barzizza) e la zia (Silvana De Santis): coltiva la sua passione per il rugby, prova a convincere l'ex fidanzata (Maria Amelia Monti) a tornare con lui e svolge delle occupazioni occasionali. Costretto ad accettare un posto come insegnante di ginnastica all'interno di un convento francescano, l'uomo si troverà ad affrontare nuovi problemi e dovrà decidere se prendersi delle responsabilità. Seppur diretto da Antonello Grimaldi, è un film che porta soprattutto la firma di Claudio Bisio, autore del soggetto e della sceneggiatura, che si è costruito un protagonista su misura. La trama è piuttosto ingenua: si tratta quasi di una favola, con dei personaggi secondari caricaturali e di scarso spessore. A una prima parte discontinua e incentrata su timide gag, fa seguito una seconda apparentemente più compatta, ma ugualmente superficiale e scritta grossolanamente. I tanti camei (da Arnoldo Foà, a Elio e Rocco Tanica del gruppo Elio e le Storie Tese, fino a Valerio Mastandrea) non bastano a rendere più accattivante una pellicola debole e che si dimentica in fretta.