Uno zio opprimente (Spottiswoode Aitken), mette discordia nel rapporto di coppia tra il nipote (Henry B. Walthall) e la sua innamorata (Blanche Sweet). Esasperato, il nipote arriva ad ucciderlo e, dopo aver nascosto il cadavere dietro una parete della propria casa, inizia a essere tormentato dal suo fantasma. David Wark Griffith è uno dei registi più importanti della storia del cinema, un pioniere che ha contribuito a regolamentare il linguaggio cinematografico, introducendo nuovi modi di mettere in scena e raccontare storie. Se con i lungometraggi Nascita di una nazione (1915) e Intolerance (1916) è riuscito a rendere il cinema sia Arte che Spettacolo, con The Avenging Conscience è riuscito addirittura a anticipare le avanguardie europee degli anni Venti. Perché il film, che si ispira a due racconti di Edgar Allan Poe, seppur realizzato su commissione, è un vero e proprio territorio di sperimentazione visiva e narrativa in grado di proporre in germe le soluzioni del cinema impressionista francese e quelle del cinema espressionista tedesco del decennio successivo. Fu un esempio isolato nella filmografia di Griffith, «un caso di misticismo creativo» (Paolo Cherchi Usai), affascinante e di indubbio valore.