Una dolce e malinconica bambina di nome Penny viene rapita: ad accogliere la sua richiesta di aiuto, sotto forma di messaggio in bottiglia, è una decisa topolina, Miss Bianca, che porta con sé l'impacciato topino Bernie. I due scoprono che a rapire Penny è stata una malvagia donna di nome Madame Medusa, proprietaria della "boutique del pegno" e agguerrita nella ricerca di un diamante che solo la piccola, data la minuta statura, può riuscire a recuperare. Gradevolissimo adattamento delle novelle della britannica Margery Sharp (1905-1991), Le avventure di Bianca e Bernie, immerso in un'atmosfera d'ispirazione southern gothic, è al contempo una delle produzioni più dolci e concilianti realizzate dalla Disney. I due topini protagonisti traboccano d'umanità, votati a una causa legittima e meritevole: Bianca, soprattutto, si impone subito come personaggio fattivo, agguerrito e motivato. Funziona – ma non è una novità – il coro dei comprimari: dall'impavida libellula Evinrude al tremebondo Snoops, assistente di Madame Medusa, tutto circola fluidamente come un meccanismo bene oliato. Curiosamente, manca la storia d'amore "esteticamente" disneyana: valoroso e attraente lui, bella e virtuosa lei. È un problema? Assolutamente no. Quando in un film appare una figura sgangherata, egocentrica, goffa e insopportabilmente vanesia come Madame Medusa (doppiata in originale dalla leggendaria Geraldine Page e in italiano da Ada Maria Serra Zanetti), dai capelli rossi come le fiamme e dalla guida forse anche peggiore di quella di Crudelia De Mon, non c'è sentimento che tenga. Nel 1999 la Disney si impegnò a ritirare dal commercio le copie dei VHS del film, poiché contenevano un'immagine sullo sfondo che raffigurava una donna in topless e dal viso animalesco.