Reso invisibile da un imprevedibile incidente di laboratorio, un giovane e rampante agente di cambio di San Francisco (Chevy Chase) viene braccato da uno spietato agente della CIA, che desidera renderlo una spia perfetta.

Giunto in cabina di regia a causa dell'improvviso abbandono da parte di Ivan Reitman, John Carpenter si è trovato a dover unicamente portare a casa il compitino assegnatogli dai produttori, senza aver la minima autonomia sulla realizzazione del film. Risiede soprattutto in questo aspetto il fatto che la pellicola appaia così impersonale, lontana anni luce dall'affascinante poetica a cui il regista ci aveva abituati negli anni precedenti. A differenza della fantascienza romantica di Starman (1984), altra operazione fuori dai canoni abituali di una filmografia ben definita, l'elemento fantastico in Avventure di un uomo invisibile appare così banale da risultare innocuo, bolso, sconfortante. Da dimenticare.