Nonostante la loro unione non sia sempre stata rosea, Grant (Gordon Pinsent) e Fiona (Julie Christie) sono arrivati insieme fino alla terza età. La donna ha la tendenza a rifugiarsi spesso nel passato, cosa che, unita alla progressiva perdita di memoria a breve termine, rende evidenti i sintomi del morbo di Alzheimer. Mettendo da parte ogni risentimento e desiderio personale, Grant si darà da fare per rendere la vita della moglie serena e felice per un'ultima volta.

Al suo esordio nel lungometraggio, Sarah Polley si affida al racconto The Bear Came Over the Mountain del premio Nobel Alice Munro, per regalarci un'opera di una sensibilità straordinaria, capace di non scadere mai nel sentimentalismo spicciolo. Raccontare la malattia al cinema è da sempre un diktat obbligato per chiunque voglia fare incetta di premi nel modo più facile, ma la regista rifugge qui da ogni tentativo di spettacolarizzazione della vicenda, restituendoci, al contrario, un ritratto misurato che trova nella sua compostezza l'autenticità necessaria per non apparire ricattatorio. Un uso attento e non invasivo dei flashback, inoltre, permette allo spettatore di ricostruire la portata del dolore nella maniera più toccante possibile. Autrice anche dello script, la Polley sorprende e commuove: i meriti, però, vanno equamente divisi con i due strepitosi protagonisti Julie Christie e Gordon Pinsent.