Quando il giornalista Lou Fritzland (Paul Sorvino) incontra Sarah (Anne Ditchburn), una ballerina in difficoltà economiche alle prese con un nuovo spettacolo teatrale, tra i due inizia a svilupparsi un rapporto molto profondo. Sarah scoprirà di essere affetta da una grave malattia che potrebbe porre fine alla sua carriera artistica, ma coraggiosamente decide di continuare a danzare, trovando in Lou un sostegno fondamentale. Dramma sentimentale gravato da un patetismo tanto scontato quanto stucchevole, Ballando lo slow nella grande città è un progetto prevedibile nei suoi sviluppi narrativi, eccessivamente melenso e privo di originalità. La sceneggiatura è più fiacca e inconsistente del dovuto, capace di regalare sequenze a tratti divertenti ma che nel complesso danno forma a un'opera anonima e priva di spessore. Avildsen prova a conferire un minimo di dignità alla sua pellicola, confezionando il tutto in maniera impeccabile supportato dalla buona fotografia di Ralf Bode e dall'interpretazione di Anne Ditchburn (candidata ai Golden Globe 1979 proprio per questo ruolo). Tuttavia il risultato rimane sicuramente sotto tono e facilmente dimenticabile.