Seung-woo (Yoon Kye-sang) e Jae-hyun (Ha Jung-woo) fanno parte di un gruppo di giovani uomini che passano le proprie serate girando tra locali notturni, giocando d'azzardo ed intrattenendo donne benestanti nell'elegante quartiere Cheongdam-dong di Seoul.

Le premesse di questo secondo lungometraggio del regista e sceneggiatore Yoon Jong-bin sono molto promettenti: fin dall'inizio viene infatti capovolta l'immagine standard di tanti film coreani, qui sono infatti le donne, in un raffinato host bar, a scegliere tra una schiera di ragazzi quelli che dovranno accompagnarle in una notte di bevute, chiacchiere e magari altro. Questa apertura all'emancipazione femminile viene ben presto vanificata e scopriamo che le clienti molto spesso sono escort che al termine del loro lavoro vogliono ribaltare la situazione ed avere degli uomini al proprio servizio per qualche ora; per tutto il film le figure femminili saranno oggetto di inganni, ricatti, menzogne e violenza fisica. Dietro una facciata di eleganza, professionalità e lusso, i giovani protagonisti sono invischiati in situazioni disperate dalle quali non riescono ad uscire, le loro vite sono scandite dalla continua ricerca di denaro e le relazioni con l'altro sesso sono solo un modo per cercare di procurarsene con ogni mezzo. Li seguiamo in una spirale senza fondo di debiti, strozzini, manipolazioni, truffe. Non si possono fidare di nessuno ed anche i rapporti più intimi possono nascondere sorprese spiacevoli, rendendoli sempre più egoisti e sgradevoli. Un film amaro e senza speranza che, però, nella seconda parte si concentra troppo sulle vicende dei due protagonisti quando invece avrebbe potuto mantenere uno sguardo più ampio su questo spaccato di società coreana di inizio millennio.