Alla fine del sedicesimo secolo, la giovane nobildonna romana Beatrice Cenci (Adrienne Larussa), segregata dal violento padre Francesco (Georges Wilson), progetta l'assassinio di quest'ultimo con la complicità del servo Olimpo (Tomas Milian), di lei innamorato. Il sangue chiamerà altro sangue. Dramma in costume, ispirato alla cronaca nera d'epoca, che narra la triste storia di Beatrice Cenci, giustiziata per parricidio assieme alla matrigna e ad altri membri della famiglia. La giovane, tormentata dalle violenze fisiche e psicologiche del padre, ordì la propria vendetta e pagò con la sua stessa vita a causa di una giustizia spietata e ipocrita. Lucio Fulci ricostruisce i punti salienti del complotto e delle sue tragiche conseguenze, spezzando la linearità del racconto in continui flashback, ma l'operazione narrativa non giova al ritmo del film, in alcuni punti eccessivamente macchinoso. Fedele, invece, la ricostruzione d'epoca ed efficaci le scelte registiche che mettono in risalto i momenti più oscuri della vicenda. Le sequenze di tortura inflitte dalle autorità ecclesiastiche sono colorate da tinte fosche e disturbanti e ben si adattano alla fama di seguace dell'horror che Fulci si guadagnerà a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Soggetto e sceneggiatura del regista e Roberto Gianviti.