La famiglia Newton, stanca dei disastri di Beethoven, decide di addestrarlo, con scarsi risultati. Un giorno, alle giostre, Beethoven incontra Michelangelo, San Bernardo della famiglia Sedgewick e perfettamente educato: i due verranno inconsapevolmente scambiati. Per chi pensava che si fosse raggiunto il limite con Beethoven 3 (2000), ecco la risposta del regista David M. Evans, che torna dietro la macchina da presa per dirigere un ulteriore sequel di una saga che avrebbe potuto e dovuto fermarsi al primo film. In questo caso si tenta la via dello scambio tra cani identici, che dovrebbe portare a situazioni esilaranti, malintesi e risate: niente di tutto questo. Regna il cliché, affiancato dalla noia, in una trama senza guizzi che porta verso l'inevitabile e prevedibile lieto fine. Prodotto per l'home video: del Beethoven cui tutti si sono affezionati non è rimasta neanche l'ombra.