La bella e le bestie
Aala Kaf Ifrit
2017
Paesi
Tunisia, Francia, Svezia, Norvegia, Libano, Qatar, Svizzera
Genere
Drammatico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Kaouther Ben Hania
Attori
Mariam Al Ferjani
Ghanem Zrelli
Anissa Daoud
Noomen Hamda
Mariam (Mariam Al Ferjani) è una ragazza che, seppure cresciuta in una famiglia conservatrice, crede nella Tunisia dell'Islam democratico. Pensa che sia possibile per una ventunenne nubile trascorrere una serata allegra a ballare con le amiche, ma scoprirà che non è così.
Vibrante dramma da camera diretto dalla regista tunisina quarantenne Kaouther Ben Hania, La bella e le bestie poggia quasi interamente sulla sorprendente performance della giovane protagonista Mariam Al Ferjani, nata in Tunisia ma con un forte vissuto italiano, che l’ha portata a diplomarsi in regia alla Scuola civica di cinema del comune di Milano. Omonima della protagonista del film, l’interprete fornisce una prova d’attrice intensa e sfaccettata, che muove da un’esuberanza iniziale, ma incappa immediatamente in una stortura e una vessazione (lo stupro da parte di due poliziotti in un’automobile, ai margini di una festa spensierata) che vede compromessa la sua integrità fisica e la sua dignità. Diviso in capitoli e scandito attraverso l’andamento intenso ma un po’ schematico di diversi piani sequenza raccolti e in interni, il film non riesce a convincere fino in fondo, soprattutto quando esplicita visivamente la metafora del branco contenuta nel titolo originale e ancor di più laddove tende a bearsi troppo del proprio andamento ridondante. Ad ogni modo, però, La bella e le bestie rappresenta un interessante e doloroso viaggio, necessario e meritevole di attenzione, nel sistema coercitivo brutale e quotidiano di un paese, la Tunisia, che viene mostrato come un regno di figure adulte moralmente allo sbando, dalla realtà ospedaliera passando per gli aberranti uomini della legge, grossolani e feroci, idioti e schiavi di istinti animaleschi. La regia è acerba ma accorata, le lungaggini da scrivania e da kammerspiel non mancano, anche quando sono doverose, e la stasi e l’immobilismo, che raccontano senz’altro dell’immobilità di un paese tutt’altro che “meraviglioso” e di una giovane donna usurpata, qua e là si fanno stasi e insicurezza narrativa, senza tuttavia inficiare troppo la portata etica, sociale e politica dell’operazione.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare