La bellezza del somaro
2010
Paese
Italia
Generi
Commedia, Grottesco
Durata
107 min.
Formato
Colore
Regista
Sergio Castellitto
Attori
Sergio Castellitto
Laura Morante
Enzo Jannacci
Marco Giallini
Barbora Bobulova
Gianfelice Imparato
Lola Ponce
Pietro Castellitto
Nina Torresi
Marcello (Sergio Castellitto) è un architetto di successo, sposato con Marina (Laura Morante) e con una figlia, Rosa (Nina Torresi). La ragazza ha iniziato una relazione con un uomo misterioso e i genitori, progressisti e incapaci di accettare il proprio invecchiamento, sono curiosi di conoscerlo. L'occasione si presenta durante un weekend in un podere toscano, a cui partecipano gli amici più stretti. Ma la coppia non è preparata alla sorpresa che li attende.
Castellitto decide di tentare la carta dell'ironia e si mette alla prova in una commedia sarcastica, scritta a quattro mani con la moglie Margaret Mazzantini. La critica verso una generazione ipocrita e ben pensante è spalmata sui vari personaggi “adulti”, mentre il ruolo snob è attribuito ai figli, anche se si lascia intendere che in futuro potrebbero replicare i limiti riscontrati nei propri genitori. Alla fine si offre uno specchio impietoso di una società perbenista e orgogliosa delle etichette che attribuisce, ma Rubini lascia il tutto a un livello superficiale, risolvendo la vicenda con un edificante lieto fine e perdendo nel corso della pellicola il versante più corrosivo. La recitazione di Castellitto e della Morante è fin troppo sopra le righe, mentre Jannacci (che interpreta il fidanzato Armando) è posato, ma poco intrigante, sollevando più di qualche dubbio sul motivo per cui una ragazza dovrebbe trovarlo interessante.
Castellitto decide di tentare la carta dell'ironia e si mette alla prova in una commedia sarcastica, scritta a quattro mani con la moglie Margaret Mazzantini. La critica verso una generazione ipocrita e ben pensante è spalmata sui vari personaggi “adulti”, mentre il ruolo snob è attribuito ai figli, anche se si lascia intendere che in futuro potrebbero replicare i limiti riscontrati nei propri genitori. Alla fine si offre uno specchio impietoso di una società perbenista e orgogliosa delle etichette che attribuisce, ma Rubini lascia il tutto a un livello superficiale, risolvendo la vicenda con un edificante lieto fine e perdendo nel corso della pellicola il versante più corrosivo. La recitazione di Castellitto e della Morante è fin troppo sopra le righe, mentre Jannacci (che interpreta il fidanzato Armando) è posato, ma poco intrigante, sollevando più di qualche dubbio sul motivo per cui una ragazza dovrebbe trovarlo interessante.
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