Sethe (Oprah Winfrey), ex schiava di colore, abita con la figlia Denver (Kimberly Elise) in un casa nella quale a incombere su di loro c'è la presenza opprimente di una figlia della donna defunta tempo addietro. Quando una ragazza di nome Beloved (Thandie Newton) sopraggiunge alla loro dimora, l'effetto è straniante: che legame ha, questa ragazza, con la precedente figlia di Sethe? Dal romanzo Amatissima di Toni Morrison, un film azzardato e sensazionalistico che guarda alla tragedia classica e ne ridisegna le coordinate in un contesto di sofferta pre-modernità. Ostracizzato un po' ovunque, sia dalla critica che dal pubblico, è un'opera tanto coraggiosa quanto instabile, poggiata su gambe gracili e malferme che il fascino malato e alle soglie dell'horror di molte sequenze non riesce a rinforzare a dovere. L'apparenza di fluviale e cupissimo melodramma, in tal senso, non è molto d'aiuto, ma in più di un'occasione l'anima nera del film, che guarda alla rappresentazione dei sentimenti senza concedere spazio al patetismo, pur con qualche riserva colpisce nel segno. Sceneggiato da Akosua Busia, Richard LaGravenese e Adam Brooks, in Italia non è neanche passato dal buio delle sale, a riprova del superficiale pressapochismo di cui è stato vittima suo malgrado.