Il sergente maggiore Eismayer (Gerhard Liebmann) è conosciuto e temuto come l’ufficiale di addestramento più duro delle forze armate austriache, spietato con le reclute e incrollabile nella sua disciplina, nell’ordine e nella durezza da macho. Ma quando inizia ad innamorarsi di Falak (Luka Dimic), una nuova recluta che abbraccia senza vergogna la sua omosessualità, l’esistenza segreta di Eismayer viene scossa nel profondo. Per un uomo come lui, amare un altro uomo non è conciliabile con la concezione di ciò che un soldato modello dovrebbe essere. Sceglierà di proteggere la sua immagine da duro a tutti i costi, o seguirà il suo cuore e il suo vero desiderio?

La storia è vera, e questa autenticità è sicuramente l’elemento più interessante di un film che, seppur efficace nel mostrare la tensione e la passione tra i due personaggi principali, non presenta elementi particolarmente originali nel raccontare questa storia d’amore che affronta vari stereotipi, dall’omofobia alla xenofobia, passando -ovviamente- per gli schematismi di un mondo militare che non riesce a stare al passo coi tempi. Il film, vincitore della Settimana Internazionale della Critica a Venezia, tratta senza dubbio tematiche calde e importanti, e lo fa con mano sicura, ma allo stesso tempo piuttosto conservatrice: la sceneggiatura, quindi, procede senza sorprese (né in negativo né in positivo) lasciando allo spettatore molti passaggi in cui è facile empatizzare con i protagonisti, regalando di più da un punto di vista prettamente emotivo che cinematografico. Non male, comunque, le interpretazioni di tutto il cast.