Betty
Betty
1992
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Claude Chabrol
Attori
Marie Trintignant
Stéphane Audran
Jean-François Garreaud
Yves Lambrecht
Christiane Minazzoli
Pierre Vernier
Nathalie Kousnetzoff
Pierre Martot
Una notte Betty Marie (Marie Trintignant), disperata e ubriaca, giunge al bar “Le Trou” (La Buca): caduta in uno stato di incoscienza, verrà accolta e accudita dall'amante del proprietario del locale, Laure (Stéphane Audran), alla quale racconterà il suo passato di tormenti. Dopo I fantasmi del cappellaio (1982), Claude Chabrol torna ad adattare un racconto di George Simenon, Betty. Da sempre votato ai soggetti femminili controcorrente e disinibiti, il regista francese traspone con sguardo esperto e intrigante la materia letteraria attraverso il flashback, rendendolo un motore che porta indietro la narrazione per poi riportarla al presente e predirne il futuro, come un destino amaro già scritto non tanto nella dubbia moralità della protagonista, quanto nell'essere donna, nella femminilità prima negata e poi dannata. Betty – una Trintignant col volto segnato dal trucco, dal fumo e dall'alcool, ma ancora ammaliante – si confida narrando: parole e visioni si confondono, mentre l'ascoltatrice/spettatrice Laure diviene vittima inconsapevole della ribellione sociale e sessuale di Betty. Proprio come in Le cerbiatte (1968) e nei successivi titoli con Isabelle Huppert, l'affermazione dell'identità femminile viene meno, ma fa in tempo a scardinare e rompere l'ordine borghese in cui è inserita, mascherandosi con atteggiamenti maschili (il tradimento, i vizi) e arrivando all'auto-esclusione dalla società. Purtroppo, nonostante un materiale di partenza di gran valore, la costruzione narrativa risulta piuttosto ostica e spesso macchinosa; ma, anche grazie alla giusta dose di prurigine, resta un film assolutamente chabroliano, che piacerà più ai fan del regista che agli altri spettatori.
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