La bisbetica domata
The Taming of the Shrew
1967
Paesi
Italia, Usa
Generi
Commedia, Sentimentale, Comico
Durata
122 min.
Formato
Colore
Regista
Franco Zeffirelli
Attori
Elizabeth Taylor
Richard Burton
Cyril Cusack
Michael Hordern
Natasha Pyne
Michael York
Victor Spinetti
Bice Valori
Milena Vukotic
Giancarlo Cobelli
Padova. Battista (Michael Hordern) impedisce alla dolce secondogenita Bianca (Natasha Pyne) di sposarsi, fino a quando la figlia primogenita, la bizzosa e selvaggia Caterina (Elizabeth Taylor), non avrà trovato marito. Lucenzio (Michael York), innamorato di Bianca, si finge precettore per poterla corteggiare; Petrucchio (Richard Burton), disordinato nobile decaduto, proverà invece a conquistare Caterina, abbagliato dalla dote messa a disposizione dal padre della ragazza.
Dopo il disastroso esordio con Camping, del 1957, Gian Franco Corsi (in arte Franco Zeffirelli) ci riprova con il cinema. Insieme a Suso Cecchi D'Amico e Paul Dehn taglia, cuce e imbastisce una rielaborazione di The Taming of the Shrew di William Shakespeare, ricavandone un'opera dai meccanismi comici spassosi e serratissimi, in un gioco di rimandi al Bardo e alla tradizione latina di far commedia: non mancano servi scaltri, risoluzioni finali, subplot ben strutturati. Le atmosfere tardo-cinquecentesche, ottenute grazie all'incantevole lavoro di Danilo Donati ai costumi e di John DeCuir e Lorenzo Mongiardino alle scenografie, sono il valore aggiunto della pellicola insieme alla strepitosa battaglia dei sessi tra Elizabeth Taylor e Richard Burton, indimenticabili, forsennati e co-produttori del film insieme al regista. Reduci dalle grida di Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966), qui se le danno di santa ragione, pur continuando ad amarsi in silenzio, accompagnati dalle bellissime note della soundtrack composta da Nino Rota. Sfavillante il cast di contorno, che alterna maestri della scena britannica e italiana come Michael Hordern e Bice Valori a stelle in ascesa come Michael York. Un tollerabile fondo di misoginia sembrerebbe permeare l'intera operazione, e il monologo finale della Taylor: basta tuttavia un piccolo movimento della diva nei confronti del marito-Petrucchio a ribaltare tale convinzione. Buon successo ai botteghini e candidature all'Oscar a scenografie e costumi.
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