Chuck Wepner (Liev Schreiber) è un venditore di alcolici del New Jersey, che nel tempo libero tira di boxe con discreto successo. La sua vita cambierà drasticamente quando, grazie alla sua capacità di resistere ai colpi degli avversari, riuscirà a combattere per il titolo dei pesi massimi contro Muhammad Ali. La sua rocambolesca vicenda ispirerà il film premio Oscar Rocky (1976). Tratto dalle vera storia del celebre pugile Chuck Wepner, un biopic dallo schema lineare ed esclusivamente focalizzato sulla vita e le vicissitudini del brusco protagonista. La parabola dell’umile uomo di periferia, giunto troppo velocemente al successo, è però abusata e non abbastanza forte per rendere l’intero plot riuscito. Tutti gli stereotipi del caso sono trattati con discreto mestiere (come l’abbandono della famiglia, il vortice della droga e i problemi con la legge), anche se alla lunga finiscono per risultare piuttosto sterili e manca sempre la vera scintilla per poter alzare il livello complessivo. Il cast è solido e la colonna sonora molto curata, ma non bastano a rendere del tutto riuscito un prodotto innocuo, che si dimentica in fretta. Rimane il rimpianto che la reazione di Wepner al successo di Rocky, nato dalla sceneggiatura di Stallone proprio pensando al boxeur di Bayonne, venga limitata solo all’ultima parte del film. Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia 2016.