Bono & The Edge: A Sort of Homecoming con David Letterman
Bono & The Edge: A Sort of Homecoming with Dave Letterman
2023
Paese
Usa
Genere
Documentario
Durata
84 min.
Formato
Colore
Regista
Morgan Neville
Bono e The Edge, accompagnati da David Letterman, ripercorrono gli eventi che hanno reso gli U2 la rock-band contemporanea più influente, sottolineando il profondo legame con la propria terra e soprattutto con la città di Dublino. Il film documenta il lavoro dei due musicisti prima mentre preparano e poi si esibiscono in un concerto molto speciale dove propongono una nuova versione acustica di alcune delle loro canzoni più celebri, facendone riscoprire le radici più profonde.
Di fronte a personaggi tanto eccezionali, un regista di documentari deve solo evitare toni eccessivamente celebrativi o patinate cartoline per turisti: si tratta di rischi scongiurati brillantemente dall'esperto Morgan Neville, già abituato a trattare l'ambiente musicale contemporaneo da svariate angolature e giunto all'Oscar nel 2014 con Twenty Feet from Stardom, racconto della complicata professione delle coriste che accompagnano le grandi star. Qui il regista si dedica soprattutto al montaggio, asciugando in poco più di un ora e venti il considerevole materiale di partenza e mixando abilmente foto e video d'epoca della band, spezzoni sulla vita quotidiana degli irlandesi negli ultimi decenni e immagini girate per l'occasione, sia interviste e testimonianze, sia una intensa interpretazione unplugged, prolungatasi poi con una lunga jam session in un pub di fronte alle immancabili pinte di birra. Ciò che risalta maggiormente è il profondo vincolo di amicizia che lega fin dall'adolescenza questi due personaggi carismatici, e non è un caso che gli altri due componenti degli U2, Larry Mullen e Adam Clayton, compaiano solo nelle immagini di repertorio, anche se vengono ringraziati nei titoli di coda "per averci permesso stavolta di fare di testa nostra". Funzionale al progetto la presenza di David Letterman che, ormai settantacinquenne, abbandona i panni dell'istrionico e dissacrante padrone di casa che ha indossato per decenni per vestire quelli di un saggio e curioso vecchietto che visita per la prima volta l'Irlanda e che, con intelligenza e ironia, riesce a guidare le due star attraverso registri differenti, prima di diventare protagonista di un esilarante epilogo; particolarmente significativi i passaggi in cui vengono ricordati i Troubles, la violenta guerra civile tra Cattolici e Protestanti che ha insanguinato il paese per circa trent'anni, e la descrizione del processo di modernizzazione che ha trasformato l'Irlanda da società bigotta e conservatrice a centro finanziario internazionale all'avanguardia nella difesa dei diritti delle minoranze: gli U2 sono rappresentati come una personificazione di tale evoluzione avendo saputo conciliare elementi di profonda spiritualità con l'impegno sul fronte civile e sociale. Bono ammette che il suo ostentato attivismo politico sia stato fonte di tensione ed imbarazzo e che a turno tutti abbiano pensato di abbandonare il gruppo ma che il fatto di essere rimasti a vivere a Dublino sia stato determinante per non incorrere negli eccessi distruttivi tipici di tante rockstar. A Sort of Homecoming ricorda Shine a Light di Martin Scorsese e, con semplicità e senza avere la pretesa di riscrivere la storia del rockumentary, è in grado sia di appassionare i fan di sempre che si ritrovano a cantare canzoni che conoscono a memoria e a ripensare con nostalgia a trent'anni prima, sia a incuriosire le generazioni più giovani: forse l'unico limite è quello di apparire fin troppo pianificato nei minimi dettagli anche nelle sequenze che dovrebbero sembrare più spontanee. Disponibile sulla piattaforma Disney+.
Di fronte a personaggi tanto eccezionali, un regista di documentari deve solo evitare toni eccessivamente celebrativi o patinate cartoline per turisti: si tratta di rischi scongiurati brillantemente dall'esperto Morgan Neville, già abituato a trattare l'ambiente musicale contemporaneo da svariate angolature e giunto all'Oscar nel 2014 con Twenty Feet from Stardom, racconto della complicata professione delle coriste che accompagnano le grandi star. Qui il regista si dedica soprattutto al montaggio, asciugando in poco più di un ora e venti il considerevole materiale di partenza e mixando abilmente foto e video d'epoca della band, spezzoni sulla vita quotidiana degli irlandesi negli ultimi decenni e immagini girate per l'occasione, sia interviste e testimonianze, sia una intensa interpretazione unplugged, prolungatasi poi con una lunga jam session in un pub di fronte alle immancabili pinte di birra. Ciò che risalta maggiormente è il profondo vincolo di amicizia che lega fin dall'adolescenza questi due personaggi carismatici, e non è un caso che gli altri due componenti degli U2, Larry Mullen e Adam Clayton, compaiano solo nelle immagini di repertorio, anche se vengono ringraziati nei titoli di coda "per averci permesso stavolta di fare di testa nostra". Funzionale al progetto la presenza di David Letterman che, ormai settantacinquenne, abbandona i panni dell'istrionico e dissacrante padrone di casa che ha indossato per decenni per vestire quelli di un saggio e curioso vecchietto che visita per la prima volta l'Irlanda e che, con intelligenza e ironia, riesce a guidare le due star attraverso registri differenti, prima di diventare protagonista di un esilarante epilogo; particolarmente significativi i passaggi in cui vengono ricordati i Troubles, la violenta guerra civile tra Cattolici e Protestanti che ha insanguinato il paese per circa trent'anni, e la descrizione del processo di modernizzazione che ha trasformato l'Irlanda da società bigotta e conservatrice a centro finanziario internazionale all'avanguardia nella difesa dei diritti delle minoranze: gli U2 sono rappresentati come una personificazione di tale evoluzione avendo saputo conciliare elementi di profonda spiritualità con l'impegno sul fronte civile e sociale. Bono ammette che il suo ostentato attivismo politico sia stato fonte di tensione ed imbarazzo e che a turno tutti abbiano pensato di abbandonare il gruppo ma che il fatto di essere rimasti a vivere a Dublino sia stato determinante per non incorrere negli eccessi distruttivi tipici di tante rockstar. A Sort of Homecoming ricorda Shine a Light di Martin Scorsese e, con semplicità e senza avere la pretesa di riscrivere la storia del rockumentary, è in grado sia di appassionare i fan di sempre che si ritrovano a cantare canzoni che conoscono a memoria e a ripensare con nostalgia a trent'anni prima, sia a incuriosire le generazioni più giovani: forse l'unico limite è quello di apparire fin troppo pianificato nei minimi dettagli anche nelle sequenze che dovrebbero sembrare più spontanee. Disponibile sulla piattaforma Disney+.
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