Boris Malinovsky (James Hyndman), un arrogante di successo, sembra avere tutto dalla vita: fascino, soldi e sicurezza di sé in ogni situazione. Ma quando sua moglie Béatrice (Simone-Élise Girard) cade in un grave stato depressivo, la vita non sarà più semplice come prima. Molto spesso, guardando i film di Denis Côté, si ha la sensazione di trovarsi di fronte un grande talento perennemente acerbo, incapace di sviluppare al meglio le brillanti capacità registiche che lo contraddistinguono. Se questo vale anche per i suoi lavori migliori – si pensi a Curling (2010) o al documentario Bestiaire (2012) – non fa eccezione Boris Without Béatrice, film che riesce a trattare la psiche umana con notevole sensibilità, ma che finisce per girare a vuoto nella seconda parte e per spegnersi in una conclusione piuttosto fiacca. Ed è un peccato, perché le suggestioni audiovisive sono numerose, Côté sa bene come muovere la macchina da presa e il suo stile è elegante, coerente e personalissimo. Affascinante ma troppo pretestuoso il personaggio dell’uomo misterioso interpretato dal sempre bravo Denis Lavant, una figura dal sapore lynchiano che funge da voce della coscienza per il protagonista. Anche il resto del cast fa discretamente bene il suo lavoro, ma i limiti di un copione non sempre studiato a dovere sono troppo evidenti ed è impossibile passarci sopra. Nella parte del primo ministro canadese, c’è il regista Bruce LaBruce.