Palermo, anni Settanta. Un conflitto tra clan mafiosi viene inasprito dal rapimento di Rina (Antonia Santilli), figlia del boss Giuseppe D'Aniello (Claudio Nicastro). La violenza, le morti e le sparatorie insanguineranno le strade, mentre il commissario Torri (Gianni Garko) tenterà invano di ripristinare un delicato equilibrio. Ultimo capitolo della cosiddetta "trilogia del milieu", trittico di pellicole noir dirette tra il 1972 e il 1973 da Fernando Di Leo. Dopo aver descritto una Milano stretta nella morsa di malavita e criminalità in Milano calibro 9 e La mala ordina (entrambi del 1972), il regista pugliese sceglie una Palermo misteriosa e ambigua come teatro di una spietata guerra di mafia, alla quale Stato e forze dell'ordine assistono impotenti. L'azione è subito concitata (grazie a una sequenza dì sparatoria all'interno di un cinema), ma lo sviluppo è bloccato su temi usurati di vendetta e ripercussioni violente: lo sguardo cinico e disilluso, la totale assenza di positività e redenzione e la negatività che getta un'ombra nera su ogni personaggio (anche sulla giovane ventenne Rina, unico apparente elemento di purezza che rivela un animo perverso e corruttibile) appesantiscono i contenuti, veicolando un senso di monotonia e ripetitività. Sceneggiatura firmata dallo stesso Di Leo e ispirata al romanzo Il mafioso di Peter McCurtin. Colonna sonora di Luis Bacalov.