Quattro amici di vecchia data – Joe (Marco Paolini), Carlo (Giovanni Storti), Bobo (Giorgio Tirabassi) e Giacomo (Neri Marcorè) – sono sempre rimasti uniti, nonostante le difficoltà, grazie alla passione comune per la musica. Da giovani avevano fondato una loro rock band, The Boys, che aveva avuto un discreto successo durante gli anni '70. Sarà proprio il passato a offrire loro l'occasione per intraprendere un nuovo viaggio, che li porterà a fare i conti con i loro sogni giovanili e ad affrontare il presente.

Film che vorrebbe essere intimo, toccante, malinconico e personale, Boys finisce invece per essere un lungometraggio scontato e pigrissimo, che gioca su una nostalgia fortemente costruita a tavolino e che non riesce quindi a toccare, come vorrebbe, la sensibilità dello spettatore. Ferrario gioca un bel po’ di furbizia con questo prodotto che funziona solo per gli attori e (in parte minore) per i personaggi che sono stati chiamati a interpretare, perché per il resto manca di quella sincerità necessaria a un prodotto di questo tipo e si basa su un copione insufficiente per l’incapacità di offrire dialoghi degni di nota e svolte narrative quantomeno interessanti. Difficile divertirsi, ancor più complicato appassionarsi alle vicende dei personaggi in scena.