La vita di tre giovani neri di Los Angeles tra le strade del ghetto. Tre (Cuba Gooding Jr.) vorrebbe andarsene e sogna qualcosa di migliore; Ricky (Morris Chestnut) spera di poter ottenere una borsa di studio per l'università grazie al football; Doughboy (O'Shea Jackson) si dedica allo spaccio e a una esistenza violenta. Esordio convincente per l'allora ventitreenne John Singleton, autore anche di soggetto e script, in grado di firmare un secco ritratto della sua Los Angeles a cavallo tra gli anni '80 e '90. Il film garantisce un punto di vista equilibrato, senza far da detonatore per rabbia e violenza, tentando di offrire un'analisi priva di troppi fronzoli: la realtà della vita nel ghetto della città californiana viene scandagliata con metodo e sincerità, puntando i fari sulle sanguinose faide interne alla comunità nera. Non manca un elogio alla virilità e al cameratismo maschile, ma la pellicola intende farsi portavoce di un messaggio pacificatorio. Acerba solo a tratti, è un'opera prima sincera e più che dignitosa. Nomination agli Oscar per la regia e la sceneggiatura originale.