La signora Brisby, una topolina, si vede costretta a spostare la propria casa per salvare la famiglia: in particolare il piccolo Timothy malato e impossibilitato a uscire. Chiede così aiuto a Nicodemus, il capo dei ratti del prato, in debito con lei per la morte del marito. L'oppositore Cornelius, però, vuole sfruttare questa situazione per liberarsi della saggia guida di Nicodemus, lasciando ricadere la colpa su Brisby. Brisby e il segreto di Nimh, tratto dal libro Mrs. Frisby and the Rats of NIMH di Robert C. O'Brien, segna l'esordio alla regia di Don Bluth. L'autore dimostra di aver fatto propria la lezione della Disney (di cui è stato uno storico animatore) declinandola secondo la propria visione. Il regista definisce una schiera di convincenti personaggi che conquistano per la loro delicatezza e intelligenza, come Brisby, o per la loro simpatia e goffaggine, come per esempio il corvo Geremia. L'ambientazione a tratti buia e spaventosa, così come alcune figure inquietanti (Nicodemus e il Grande Gufo su tutte) testimoniano la volontà dell'autore di creare un lungometraggio adatto anche a un pubblico adulto. Tendenza riscontrabile anche nelle tematiche toccate, come la vivisezione e il limite oltre cui la scienza non deve spingersi, inusuali per un'opera di animazione del periodo, curata nei minimi dettagli, sia da un punto di vista tecnico (disegno pulito e curato anche nei colori), sia per quanto riguarda la scrittura. Momenti di tensione e spassose gag si alternano con impeccabile ritmo. Semplice ma non banale.