Billy Taggart (Mark Wahlberg), detective della polizia di New York, viene ingaggiato dal sindaco (Russell Crowe) per indagare su sua moglie (Catherine Zeta-Jones), che sospetta di tradimento. Per Billy le cose si metteranno male, e finirà in un vortice criminale contrassegnato da potere e corruzione.

Per il suo primo lungometraggio in solitaria, senza il fratello Albert, Allen Hughes non poteva fare peggio di così. Scontato, pedante e di maniera, Broken City è un prodotto fuori tempo massimo che non riesce mai a sorprendere né a intrattenere. Buona parte della colpa va alla sceneggiatura di Brian Tucker, che si concentra unicamente sul (tentare di) dare spessore al tormentato protagonista trascurando le regole base della scrittura per un thriller: ritmo, colpi di scena, coinvolgimento. Senza curarsi troppo della logica della sua storia, Hughes firma un prodotto poco credibile e ancor meno consistente, che crolla miseramente col passare dei minuti. Il cast, sprecato, fa quel che può per dare un senso all'operazione, ma l'unico che sembra impegnarsi davvero è Mark Wahlberg, nonostante la sua proverbiale inespressività.