Il buono, il brutto, il cattivo
1966
Paesi
Italia, Spagna, Rft
Genere
Western
Durata
161 min.
Formato
Colore
Regista
Sergio Leone
Attori
Clint Eastwood
Lee Van Cleef
Eli Wallach
Aldo Giuffré
Luigi Pistilli
Rada Rassimov
Le vite di tre uomini poco raccomandabili (Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Eli Wallach) si intrecceranno durante la guerra di Secessione americana. Tutti e tre hanno, infatti, lo stesso obiettivo: recuperare una forte somma di denaro nascosta in un cimitero.
Ultimo capitolo della "trilogia del dollaro" (iniziata con Per un pugno di dollari, del 1964, e proseguita con Per qualche dollaro in più, del 1965), Il buono, il brutto, il cattivo porta all'apice la riflessione sull'avidità che Sergio Leone ha portato avanti fin dal primo film del trittico. I tre personaggi, disposti a tutto pur di ottenere il denaro, sono il massimo punto di forza della pellicola: Clint Eastwood (il Buono) interpreta nuovamente un antieroe solitario; Eli Wallach (il Brutto) un buzzurro e simpatico sempliciotto; Lee Van Cleef (il Cattivo) un uomo cinico e senza scrupoli. Nel tentativo di dare un ulteriore marcia in più rispetto ai due lungometraggi precedenti, Leone ambienta la vicenda in un periodo storico preciso (la guerra di Secessione americana), allunga la durata (quasi tre ore) e costruisce l'intera vicenda come fosse un grande racconto epico in cui, prima di arrivare all'inevitabile conclusione, ogni personaggio vivrà avventure a sé stanti, spesso slegate dal contesto di fondo. Se nella prima parte il ritmo è eccezionale, si sente un leggero calo nella seconda che rende il tutto eccessivamente dilatato e appesantito da alcune sequenze (l'esplosione del ponte, ad esempio) decisamente di troppo. I (lievi) difetti però vanno a pareggiarsi con lo straordinario finale: un “triello” di enorme spessore cinematografico. Costruito in maniera geometricamente perfetta, al centro di un cimitero circolare, colpisce ed emoziona per un montaggio che via via si fa sempre più serrato tra primissimi piani, dettagli delle mani, piani americani e campi lunghi, unito a un crescendo continuo delle musiche composte da Ennio Morricone (che per questa pellicola incide uno dei suoi motivetti più famosi). L'esito ironico e divertente del finale, inoltre, rispetta l'atmosfera che la pellicola ha mantenuto fino a quel momento. L'enorme successo di pubblico ha reso Il buono, il brutto, il cattivo uno dei western più popolari di tutti i tempi.
Ultimo capitolo della "trilogia del dollaro" (iniziata con Per un pugno di dollari, del 1964, e proseguita con Per qualche dollaro in più, del 1965), Il buono, il brutto, il cattivo porta all'apice la riflessione sull'avidità che Sergio Leone ha portato avanti fin dal primo film del trittico. I tre personaggi, disposti a tutto pur di ottenere il denaro, sono il massimo punto di forza della pellicola: Clint Eastwood (il Buono) interpreta nuovamente un antieroe solitario; Eli Wallach (il Brutto) un buzzurro e simpatico sempliciotto; Lee Van Cleef (il Cattivo) un uomo cinico e senza scrupoli. Nel tentativo di dare un ulteriore marcia in più rispetto ai due lungometraggi precedenti, Leone ambienta la vicenda in un periodo storico preciso (la guerra di Secessione americana), allunga la durata (quasi tre ore) e costruisce l'intera vicenda come fosse un grande racconto epico in cui, prima di arrivare all'inevitabile conclusione, ogni personaggio vivrà avventure a sé stanti, spesso slegate dal contesto di fondo. Se nella prima parte il ritmo è eccezionale, si sente un leggero calo nella seconda che rende il tutto eccessivamente dilatato e appesantito da alcune sequenze (l'esplosione del ponte, ad esempio) decisamente di troppo. I (lievi) difetti però vanno a pareggiarsi con lo straordinario finale: un “triello” di enorme spessore cinematografico. Costruito in maniera geometricamente perfetta, al centro di un cimitero circolare, colpisce ed emoziona per un montaggio che via via si fa sempre più serrato tra primissimi piani, dettagli delle mani, piani americani e campi lunghi, unito a un crescendo continuo delle musiche composte da Ennio Morricone (che per questa pellicola incide uno dei suoi motivetti più famosi). L'esito ironico e divertente del finale, inoltre, rispetta l'atmosfera che la pellicola ha mantenuto fino a quel momento. L'enorme successo di pubblico ha reso Il buono, il brutto, il cattivo uno dei western più popolari di tutti i tempi.
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