Una calibro 20 per lo specialista
Thunderbolt and Lightfoot
1974
Paese
Usa
Genere
Azione
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Michael Cimino
Attori
Clint Eastwood
Jeff Bridges
George Kennedy
Geoffrey Lewis
Gary Busey
Esperto rapinatore, l'Artigliere (Clint Eastwood,) si mette in società con il giovane e ribelle Caribù (Jeff Bridges) per recuperare il bottino di un precedente colpo nascosto in una scuola. Ma l'edificio non esiste più e, insieme al Rosso (George Kennedy) e a Goody (Geoffrey Lewis), i due tentano di svaligiare una banca, armati di un letale mortaio calibro 20.
«Quando verrà il regno di Dio, il lupo dimorerà con l'agnello». È straniante sentire queste parole risuonare in una candida chiesetta del Montana dalla voce di Clint Eastwood: ma basta un'improvvisa sparatoria e una rocambolesca fuga nei campi per scoprire che sotto la tonaca si nasconde un criminale inseguito da complici e polizia. Con un prologo di rara efficacia per una storia che intreccia heist movie a racconto di formazione e di amicizia maschile, si apre la carriera di Michael Cimino, forse il regista più “maledetto” di Hollywood, autore di una manciata di film (quasi tutti cult e quasi tutti sfortunati). Il suo è un cinema virile figlio della grande tradizione di Ford e Hawks, contaminata con il pessimismo di Peckinpah: cinico e insieme romantico, anarchico e impregnato di quell'amarezza tipica degli anni Settanta. Smussando le ovvie acerbità di un'opera d'esordio con l'ironia e un profondo disegno dei personaggi, il regista-sceneggiatore fa incontrare il machismo di Eastwood con l'estro giovanile del promettente Bridges, nel bizzarro surrogato di un rapporto familiare destinato a un finale drammatico. È un'opera tra action e western che racconta lo sbandamento generazionale nell'era del Vietnam, diretta da un trentenne dall'anima già crepuscolare. L'Artigliere nella versione originale è Thunderbolt, mentre Caribù si chiama in realtà Lightfoot.
«Quando verrà il regno di Dio, il lupo dimorerà con l'agnello». È straniante sentire queste parole risuonare in una candida chiesetta del Montana dalla voce di Clint Eastwood: ma basta un'improvvisa sparatoria e una rocambolesca fuga nei campi per scoprire che sotto la tonaca si nasconde un criminale inseguito da complici e polizia. Con un prologo di rara efficacia per una storia che intreccia heist movie a racconto di formazione e di amicizia maschile, si apre la carriera di Michael Cimino, forse il regista più “maledetto” di Hollywood, autore di una manciata di film (quasi tutti cult e quasi tutti sfortunati). Il suo è un cinema virile figlio della grande tradizione di Ford e Hawks, contaminata con il pessimismo di Peckinpah: cinico e insieme romantico, anarchico e impregnato di quell'amarezza tipica degli anni Settanta. Smussando le ovvie acerbità di un'opera d'esordio con l'ironia e un profondo disegno dei personaggi, il regista-sceneggiatore fa incontrare il machismo di Eastwood con l'estro giovanile del promettente Bridges, nel bizzarro surrogato di un rapporto familiare destinato a un finale drammatico. È un'opera tra action e western che racconta lo sbandamento generazionale nell'era del Vietnam, diretta da un trentenne dall'anima già crepuscolare. L'Artigliere nella versione originale è Thunderbolt, mentre Caribù si chiama in realtà Lightfoot.
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