Calvaire
Calvaire
2004
Paesi
Belgio, Francia, Lussemburgo
Generi
Horror, Drammatico
Durata
88 min.
Formato
Colore
Regista
Fabrice Du Welz
Attori
Laurent Lucas
Brigitte Lahaie
Jean-Luc Couchard
Philippe Nahon
Il cantante per signore anziane Marc (Laurent Lucas), belloccio e arrogante, si perde nelle campagne belghe quando il suo furgone si guasta. Incontra uno strano individuo (Jean-Luc Couchard) che lo conduce all'albergo isolato di Bartel (Jackie Berroyer), gentile ma inquietante. Sarà l'inizio di un incubo inenarrabile.
Coraggioso esordio alla regia del belga Fabrice Du Welz, Calvaire è un brumoso e disturbante horror che fa riferimento a grandi classici dello slasher, come Non aprite quella porta (1974), e del thriller, come Un tranquillo weekend di paura (1972), andando però a toccare anche tasti più profondi. In un mondo dove le donne sembrano essere scomparse, la regressione verso il lato animale dell'umano appare inevitabile e la bestialità, alimentata dal terrore dell'estinzione della specie, è l'unica pulsione rimasta. Il paesaggio umido e nebuloso in cui Marc si muove è il correlativo oggettivo delle anime e dei corpi corrotti dalla deboscia e dalla solitudine degli abitanti del villaggio, più ferini delle bestie. In qualche sequenza (in primis quella del grottesco balletto virile, ma anche il finale di rara crudeltà emotiva) si sfiora il sublime dell'orrido. Peccato soltanto per alcune cadute di stile e, soprattutto, per il riferimento cristologico del titolo che, al di là di un paio di crocifissioni, non trova grande giustificazione nella pellicola. Ben girata e ben recitata, rimane un'esperienza per stomaci forti, dove la violenza non è però mai fine a se stessa, e, soprattutto, una riflessione non banale sulla crisi identitaria.
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