Inghilterra. Valerie (Ann Blyth), accusata di omicidio, giunge insieme ad altri rifugiati in un convento, durante una notte di tempesta. Una delle monache, sorella Maria (Claudette Colbert), convinta dell'innocenza della giovane, indaga e scopre l'insospettabile verità. Uno dei quattro film diretti da Sirk nel 1951. Prodotto convenzionale targato Universal che poggia sul prestigio dell'autore tedesco e sul richiamo per il grande pubblico offerto dalla presenza di Claudette Colbert, il cui viso angelico ben si adatta al ruolo ricoperto nella pellicola. Molto statico nella messa in scena (basata sulla pièce teatrale Bonaventura di Charlotte Hastings), La campana del convento è un dramma spruzzato di giallo di ambientazione religiosa che, però, trascura la spiritualità per concentrarsi sul confronto tra la determinazione e la purezza di Maria e la presenza conturbante di Valerie, elemento estraneo in un ambiente chiuso e claustrofobico. Il titolo originale sottolinea la natura selvaggia dell'ambientazione naturale al di fuori delle mura del convento, ritrovata in un Norfolk notturno battuto dalla pioggia e dal vento, in cui fa capolino la luce del sole soltanto quando il lieto fine riappacifica gli animi. Ottimo bianconero di William H. Daniels.