Il campione

Billy (Jon Voight), ex pugile di successo, si è ritirato dal ring dopo un pesante infortunio, e vive di espedienti insieme al figlioletto T.J. (Ricky Schroder). I due, dopo la nascita del bambino, sono stati abbandonati dalla moglie dell'uomo, Annie (Faye Dunaway). Quando la donna rivendica l'affetto di T.J., che la crede morta, Billy è assalito da un senso di rivalsa che lo condurrà di nuovo sul ring per un ultimo, tragico, match.

Se non quello di grande autore, a Zeffirelli va il merito di aver commosso migliaia di spettatori con il suo personalissimo remake di The Champ (1931) di King Vidor. Il film del regista italiano, che ebbe grande successo ai botteghini di tutto il mondo, è quanto di più ricattatorio, furbo e smielato si possa immaginare. Una macchina da guerra della lacrima: quasi diabolico, nella sua programmatica disposizione di momenti drammatici e melensi nei punti preposti a scatenare la disperazione e il cordoglio dello spettatore. È, a suo modo, un grande merito. Ma non è cinema esemplare, anzi, nonostante il mestiere del suo autore e il talento delle due star protagoniste. Il pianto di Schroder sul finale, ormai, è storia del melodramma melenso.