Nei quartieri popolari di New York si consuma la rovina dei fratelli Pope: il reduce Johnny (Don Murray), sposato con Celia (Eva Marie Saint) e in attesa di un figlio, nasconde alla moglie la sua dipendenza dalla droga, che lo porta a indebitarsi con uno spacciatore (Henry Silva); Polo (Anthony Franciosa), innamorato di Celia senza speranza, è l'unico a conoscere la verità su Johnny. Dall'omonimo dramma teatrale di Michael V. Gazzo (anche sceneggiatore con Aldred Hayes), un dramma diretto da Fred Zinnemann. Insieme a L'uomo dal braccio d'oro di Otto Preminger (1955), è uno dei primissimi film americani a trattare in modo esplicito il tema della tossicodipendenza: il regista scava nelle psicologie dei personaggi e costruisce il ritratto partecipe di un nucleo familiare disfunzionale in una cupa New York proletaria (con particolare attenzione alla profondità dell'intenso rapporto fraterno). Peccato che la potenza narrativa sia penalizzata dall'enfasi che trasuda dai fitti dialoghi, spesso tendente alla retorica e alla melodrammaticità: sopravvalutato. Le interpretazioni dei protagonisti sono notevoli, seppur spesso sopra le righe; in particolare, si tratta del film della vita per Anthony Franciosa (interprete dello stesso ruolo a teatro), che vinse la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia e fu candidato a un Oscar come miglior attore protagonista. Remake televisivo italiano diretto nel 1969 da Giuseppe Fina, con Ugo Pagliai.